Criteri grammaticali per il bovesano
a cura di Fausto Giuliano
I principali criteri grammaticali di origine occitana rimasti nel dialetto bovesano sono:
- l'articolo determinativo singolare maschile "u"
(dall’occitano "lu") es. u ciàt (il gatto), u fraisu (il frassino) ecc...
- l'articolo determinativo plurale femminile "i" (dall'occitano "lei") es. i fumne (le donne), i vie(le strade), ecc...
La forma in piemontese sarebbe invece rispettivamente "el" e "le".
- La desinenza dei verbi della l° coniugazione in "ò" ( mengiò, ausò, fò, parlò, ecc...) derivata dalla forma occitana in a (mangià, ausà, ecc...).
È riscontrabile ancora nelle frazioni alte la tendenza a pronunciare la vocale "ä" intermedia fra le due.
Anche l'infinito di questi verbi, unito ad una particella pronominale conserva in bovesano questa forma.
Es. bovesano piemontese
farlo fau fèlu
(fare + lo) (fa u) (fè lu)
pensarlo pensau pensèlu
(pensare + lo) (pensà u) (pensè lu)
- Sempre per quanto riguarda i verbi è occitana l'anticipazione del pronome personale rispetto al verbo.
ti ho dato i t'è dat l’ai date
vi siete ricordati eu seve arcurdè a seve arcurdave
le ha prese i ä piè l'a piaie
si sono scritti es sun escrit a sun scrivüse
- Altra strana caratteristica occitana è la sostituzione del verbo "essere" col verbo "avere" nella forma "c'è"
Es. co i'ä (cosa c'è), i n'ä ncù (ce n'è ancora), i'ä (c'è), i n’au (ce n’è), cò yau (cosa c’è), ecc... e il raddoppiamento del verbo avere nel passato prossimo indicativo: si hanno così le forme l’äavö’ piä (l'ha avuto preso), l’ä avö vist (lo ha avuto visto), i ègn avö’ dit (gli hanno avuto detto), ecc...
- I diminutivi, ormai in disuso ma usatissimi un tempo dalle generazioni più anziane, terminanti in "un”.
Ancora molto comuni a Castellar : esempio
"cialun” = capretta
"ciatun” = gattino
"vacuna” = piccola mucca un po' malandata
"cagnulun” = cagnolino
"matetuna” = ragazzina
"üslun” = uccellino
"cazutun” = casotto
"auneruna” = fienile