Il dialetto di Entracque
In cucina
La cucina era uno dei luoghi in cui maggiormente si è trasmessa la parlata locale, dove i giovani sentivano parlare anziani e genitori di lavoro e di problemi quotidiani e dove il cibo e gli strumenti usati per cucinare erano rigorosamente chiamati in dialetto. Pairol (pentola) e tundin (piatti) contenevano le pietanze quotidiane a base di pulenta (polenta), bodi (patate), pan (pane) e lait (latte). Amnestra e amnestrùn (minestra e minestrone) erano i piatti forti delle nonne: bodi strent (minestra di patate porri e aglio), pagnau (zuppa di patate e zucca) e panada (zuppa con gli avanzi di pane) erano le pietanze più diffuse e meno costose, realizzate con prodotti dell’orto. La borna (stufa) riscaldava l’ambiente dove, durante la giornata, la mairëtracutia e cüna l’atciòt (la mamma fa la maglia e culla il bambino).
Nella stalla
La stalla, nel passato, era uno dei locali più importanti della cà (casa), un vero e proprio centro di aggregazione e luogo di vita quotidiana. Riscaldati dal calore d’as fea (delle pecore) e degli altri animali, gli entracquesi trascorrevano lunghe serate d’üern, la stagiun dl’anvera (d’inverno, la stagione della neve) a vejar (vegliare). La ciansun dla Martinë (la canzone di Martina) e le storie d’as mascie c’as fan al bal s’al prà dal Piainet (delle masche che ballano sul prato del Piainet) intrattenevano gli entracquesi fino a tardi ed accompagnavano as femne cun al fus e as uglië c’a filun la lanë (le donne con il fuso ed i ferri che filano la lana).
In piazza
Le piazze del paese sono un’occasione per trovare an mument d’arpausa (un momento di riposo) e bere l’aiga d’as funtane (l’acqua delle fontane) e dove gli anziani stanno a gardiar s’les Giacca o Toni ch’a passa (guardare se è Giacomo o Antonio che passa).Mentre passano i cartun (i carri), gruppetti di uomini parlano di lavoro e di problemi quotidiani: arciausar bodi, sapinar, sbardar al fen e purtar as vaccie al gias (rincalzare le piantine di patate, zappare, allargare il fieno e portare le vacche all’alpeggio) erano i discorsi che tenevano banco nelle varie piazze del paese.