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Dal trecento all'ottocento

Gli Statuti, concessi al Comune di Peveragno dal marchese Giovanni II di Monferrato furono confermati, con qualche aggiunta, dal marchese Teodoro II il 1° dicembre 1384 e, con qualche modifica, dal principe Amedeo di Acaia nel 1396, quando il paese gli prestò il giuramento di fedeltà.

Gli Statuti risultano assai interessanti non solo storicamente ma anche linguisticamente per la presenza di alcuni toponimi: il Paschero (oggi Piazza Santa Maria), originariamente il luogo dove si radunava il bestiame da affidare per il pascolo al pastore o malgaro comune, nelle cui vicinanze sorgevano gli edifici pubblici più importanti come la casa comunale, il forno, la chiesa (la chiesa di S. Maria con annesso cimitero era detta appunto del Paschero).

Sono inoltre menzionati la porta di Ancisa e il recento o recetto; il paese era cinto infatti di mura con porte d’entrata e di uscita, con bastioni e punti fortificati.

Nel corso del XV secolo, il Comune di Peveragno è oggetto di contesa tra Acaia e Monferrato; sono inoltre continue le liti con i Comuni vicini (Boves, Beinette, Vernante,Cuneo) per il controllo dell’acqua, dei confini, dei transiti di bestiame.

La guerra tra Spagna e Francia che dal 1525 quasi ininterrottamente durò fino al 1559, coinvolse anche il Piemonte e molti paesi, come Peveragno, subirono saccheggi e vennero sottoposti ad onerosi riscatti.

Nel 1521, Peveragno venne colpita da un’altra epidemia di peste. Con il Seicento il Comune fu coinvolto nella guerra del Monferrato e nella seconda metà del secolo subì numerosi passaggi feudali. Nel Settecento, nell’ambito della guerra per la successione al trono di Spagna che vide Francesi e Spagnoli alleati contro Austriaci, Inglesi, Olandesi e Piemontesi, i Galloispani assediarono Cuneo (1744) intimando alle comunità di Peveragno, Chiusa e Beinette di consegnare foraggio e grano. Peveragno rifiutò e venne incendiata tre volte.



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