Lou cartoùn, il carro
Il cartoùn, carro coperto da un telo sostenuto da quattro centine in legno e trainato dal mulo, era la casa mobile dei pastori nelle transumanze. Sul davanti, posizionato di traverso, un grande baule di castagno – lu cofi – conteneva la lingerìa e i bagagi (lenzuola di tela, coperte di lana, abiti di velluto, fustagno, percallo). Al centro vi era il “salùr”, il barile in legno per la salatura dei formaggi e poi il pentolame, le vettovaglie, il materasso. Nel cassone posteriore c’era sempre un piccolo spazio riservato agli agnellini nati in giornata. All’esterno del cassone una scaletta fermata da due catenelle conteneva le panche per la mungitura ed il treppiedi sostegno della grossa caldaia, oltre a numerosi “pirol” (paioli) in rame stagninati. Non mancava poi mai un fascio di fieno per “lou gogi”, il mulo o la mula, e legna da ardere racimolata lungo le sponde dei fiumi. Sotto la pancia del carro, oltre alla “capounera” (piccola gabbia per i volatili) sostenuta da ganci, trovavano posto vari recipienti, sempre in rame, quali il “frütürèt”, o “tüpìn ‘d la broussa” usato quale contenitore per la ricotta fresca. Un apposito cassonetto posto sotto la parte anteriore del carro era adibito a porta fiaschi e porta bottiglie e serviva anche per riporre “lou piroulìn”, il contenitore della “perzüra” (caglio). Il cassetto scorrevole posto a lato del carro conteneva invece viveri e posate ... qualche carro, sempre sul davanti tra le stanghe, era stato dotato di un “porta parapiöva” (un rustico portaombrelli) e di un alloggiamento per “lou filar” la rete in corda usata quale recinto per gli animali durante la sosta serale. Quasi tutti i pastori possedevano poi una “curiola” o “vira-fol” – la bicicletta: essa veniva sistemata appendendola sul alto sinistro del carro, quando non era usata durante lo spostamento. Il carro era poi dotato di tutti quegli accessori utili per il viaggio: la “martinica” (il freno a mano) e la “ciambalera”, un robusto tronchetto di frassino lavorato posto sul lato posteriore, che veniva sganciato e lasciato penzolare al suolo: serviva per evitare il ribaltamento del carro quando il carico non era ben distribuito. Poi, per legge, tutti i carri dovevano recare in bella vista la targa del mezzo, una piastrina in alluminio recante nome e cognome del proprietario, la sua residenza, la portata in quintali del mezzo e la sua tara. Altra cosa che viaggiava sempre appeso all’interno della carovana onde evitare che si stropicciasse era il cappello che usava il capofamiglia per andare ai mercati settimanali.