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Il Basso Madioevo

Sulla fine del secolo XII sorse il libero comune di Cuneo: alla sua fondazione concorsero anche le popolazioni di Robilante, perchè tra i 60 decurioni che formarono poi il Consiglio della nuova città, Robilante ne nominò uno. Quando nel 1286 un grosso esercito di truppe spagnole marciò contro Cuneo, i Robilantesi accorsero in aiuto dell'alleata e costrinsero il nemico alla fuga.

Nel 1250 circa Carlo d'Angiò, disceso in Italia dalla Francia, estendeva pure il suo dominio nella valle Vermenagna, e Robilante passò quale feudo sotto il Marchesato di Saluzzo e sotto l'Abbazia di Borgo. Il pilone della Battaglia ricorda uno scontro tra eserciti del 10 novembre 1275. Diventata Cuneo capitale della Contea del Piemonte, Borgo tentò di emanciparsi da Cuneo, cercando senza successo nel 1306 di ottenere da Carlo II che gli abitanti di Roccavione e di Robilante lasciassero le loro case e si trasferissero a Borgo per costituirvi cosi una città più popolosa e forte.

Il villaggio pervenne ai Savoia nel 1364. Infeudato da Amedeo VII ai marchesi di Ceva (1373), nel Trecento, quando Cuneo diviene capitale della contea angioina, Robilante si costituì in Comune, sebbene non si sappia se con Statuti propri. Nel 1382 ritorna sotto la dipendenza diretta e continua di Casa Savoia. Fin dal principio del secolo XIV godeva di libertà e privilegi, come prova uno strumento del 21 giugno 1343, esistente nell'Archivio Comunale, e che si riferisce già ad un'altro atto consimile del 1302. Questo documento, il più antico che si possegga, è una transazione tra Robilante e Vernante che regola pascoli ed erbaggi tra i due Comuni. In questo documento si attesta anche l’antichissima origine della locale Confratria di Santo Spirito. Scopo delle Confratrie o era di rafforzare la solidarietà e la carità fra il popolo. La Confratria locale possedeva edifici, boschi, orti, mulini e bealere, e decadde dopo il 1600, riducendosi a distribuire ai poveri minestra di ceci. Risale al Trecento il pregevole Crocifisso ligneo tardo gotico oggi conservato nella Parrocchiale. Nel 1403 dovette passare per Robilante San Vincenzo Ferreri, che in quell'anno predicò a Cuneo e pronunciò un arbitrato a Limone. Il paese fu riconquistato da Amedeo VIII nel 1425, e riunito al mandamento di Cuneo. Il Tre ed il Quattrocento sono secoli di continue contese con i paesi limitrofi in merito alla delimitazioni dei confini, alternati da burrascosi periodi di pestilenze che fanno strage della popolazione negli anni 1401, 1429, 1451 e 1472. Nei pressi della parrocchiale, in via Eminia, è conservato un affresco quattrocentesco, raffigurante una Madonna con Gesù Bambino. Robilante rimane nella Diocesi di Asti per più di due secoli, fino al 1436, quando con bolla di Papa Eugenio IV passava alla giurisdizione del Vescovo di Mondovì fino al 1817.


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