Dalle origini al medioevo
Il geografo Strabone dice che Polibio, enumerando i passi praticati ai suoi tempi attraverso le Alpi, parla di una strada "per Ligures proxime Etruscum mare". Essendo difficile risalire il Roja e superare il Colle di Tenda, si pensa che già attraverso il Colle delle Finestre e il Colle del Sabbione, antica "Via del Sale", le popolazioni del Mar Ligure venissero in contatto con quelle del versante interno delle Alpi. La presenza di migliaia di figure simboliche incise probabilmente nel periodo di transizione dal Neolitico all'Età del Bronzo sulle rocce di Valmasca, Fontanalba, Val Lauretta, Colle del Sabbione, fino al 1947 appartenenti al Comune di Entracque, e del lago del Vei del Bouc fanno credere che queste zone fossero luoghi di frequentazione ma soprattutto vie di percorrenza di gruppi umani protostorici e più tardi delle antiche popolazioni liguri.
E ancora, le rovine di un tempio romano dove oggi sorge il Santuario di Madonna delle Finestre, sopra San Martino in Vesubia, i ponti del Souffiet e di Burga, di indubbia architettura romana, intorno al periodo dei Flavi, e tutt'oggi in uso, provano alla evidenza che la zona di Entracque era luogo di transito e di contatto tra le popolazionie della costa ligure e quelle della zona interna.
Ad ulteriore dimostrazione della presenza di colonie romane sta il fatto che in tempi successivi, sotto l'aspetto militare, la Valle Gesso fu ascritta al distretto della "Provincia Alpium Marittimarun" che aveva per capoluogo Cimiez (Nizza Marittima) e sotto l'aspetto civile aggregata con le Valli circostanti al "Municipium" di Pedona, di conseguenza ottenne la cittadinanza romana e iscritta quindi, per l'esercizio dei propri diritti, alla trib. Quirina. [ocLa presença de colònias romanas es confermaa quora, pus tard, la Val Ges intra militarament ental distrect de la "Provincia Alpium Marittimarun" qu’avia per capluèc Cimies (Niça Maritima) e agregaa civilament con las valadas dapè al "Municipium" de Pedona: parelh ganha la citadinança romana e intra en la tribù Quirina.[/oc]
Il Cristianesimo penetrò in queste zone intorno al 250 con i monaci di S. Colombano; nel 600 arrivarono i Benedettini a bonificare la valle. Secondo una tradizione locale il borgo Autarì sarebbe stato il primo centro abitato, ma le costruzioni più antiche di cui si abbia notizia sono situate in località Ciastlas, alle spalle dell'attuale chiesa Parrocchiale, mentre i borghi Pascher, dove si radunavano i capi di bestiame per il pascolo, e Chiapera, cumuli di sassi, si sarebbero aggiunti più tardi nel MedioEvo.
L'Oltrerivo sarebbe stato più tenace nel conservare il culto degli idoli obbligando quindi i cristiani a radunarsi per le loro pratiche di culto alle pendici del Monte Corno e a costruire qui una chiesa dedicata a San Dalmazzo. Con i secoli IX e X i Saraceni, dopo aver saccheggiato il Santuario delle Finestre, attraverso il Colle delle Finestre si rovesciarono al di qua delle Alpi. Dopo il Mille i Benedettini, giunti nel 600 per bonificare la valle, lasciarono Entracque che passò così sotto il dominio temporale del Vescovo di Asti. I signori di Entracque nel 1198 concorsero alla fondazione di Cuneo e ne ebbero il diritto di cittadinanza. Nel XIII secolo, dopo un breve dominio del marchese di Saluzzo, Entracque e la Valle Gesso divengono parte della Contea degli Angiò. Probabilmente Entracque agli inizi del XIV secolo è già eretta in Comune autonomo: nel 1372 il Conte Amedeo VI di Savoia cede Entracque e la Valle Gesso al Marchese Carlo di Ceva. Nel secolo successivo controversie distrettuali impegnarono Entracque e i vicini Comuni di Valdieri, Andonno, Roccavione e Borgo San Dalmazzo a difendere i propri diritti di autonomia e libertà da attacchi e rivendicazioni militari, territoriali, politiche e amministrative, portati loro dalla Città di Cuneo.