Gai Saber
Il nome deriva da un antica sfida poetica fra letterati del XIV secolo; i testi e la musica si ispirano quindi alla ricchissima tradizione orale ed ai ritmi delle danze occitane.
Fin dal 1992 l’obiettivo del gruppo è stato l’unione della tradizione della musica di danza occitana e dei brani dei trovatori medioevali con le sonorità della musica di oggi; a fianco dei tipici strumenti tradizionali (ghironda, semiton, cornamusa, flauti e quant’altro) i Gai Saber inseriscono strumenti moderni e soprattutto timbri elettronici, mentre l’arrangiamento fa riferimento ai diversi aspetti della musica contemporanea.
Oltre ad una ricerca musicale costante volta ad integrare gli estremi contrastanti di folk ed elettronica, dall’analisi dei testi della produzione Gai Saber si evidenzia un percorso linguistico interessante
Nel primo CD “Troubar r’òc” (1997) oltre a brani trobadorici, si incontrano parecchi testi in peveragnese, sia di nuova composizione che tradizionali (Checalot, Jouan bala mei que Perou); la grafia utilizzata per la trascrizione è quella “concordata” (Escolo doòu Po).
Con questo disco il gruppo prende familiarità con le proprie radici ed il lavoro di ricerca presta particolare attenzione alle canzoni e alle tradizioni peveragnesi.
Nel loro percorso, grazie anche alle esperienze di concerti all’estero ed in particolare nella Francia del Sud – la così detta Occitania Grande - (Festival Estivada a Rodez, Feria di Beziers, Strictly Mundial a Marsiglia, Les Suds à Arles, Fiest’aSète, per citarne alcuni), i Gai Saber si rendono sempre più conto che la loro parlata è solo una delle tante sfumature di una lingua comune dal passato prestigioso e con nuove potenzialità per il futuro.
Ai testi tratti dalla tradizione occitana, si aggiungono pertanto sempre più numerosi testi di nuova composizione; per renderli fruibili ad un pubblico più ampio, i Gai Saber scelgono quindi di utilizzare quella grafia classica già da anni utilizzata dagli Occitani d’oltralpe (fin dal 1945, epoca della fondazione dall’Institut d’Estudis Occitans di Tolosa) , e di adottare un lessico meno carico di localismi.
L’ultimo CD “La fàbrica occitana” (2006) propone delle liriche di nuova composizione (“Chalendas de mai”, “Clar de blòi”, per esempio) nelle quali è evidente il lavoro di ricerca sulle parole e sul loro suono; il risultato è estremamente naturale e poetico.
Accanto all’attività prettamente concertistica, i Gai Saber collaborano con vari Istituti Scolastici della provincia di Cuneo per permettere ai ragazzi di conoscere e apprezzare la musica, le tradizioni, la storia e la lingua dell’Occitania.
Cd pubblicati: Troubar r’òc, Esprit de frontiera, Electroch’òc, La fàbrica occitana