Castelvecchio di Peveragno
Le scorrerie dei barbari, che sconvolsero l’attuale territorio piemontese al principio del V secolo, e gli scontri che ne derivarono, fecero comprendere che la catena alpina non costituiva più una barriera invalicabile e quale conseguenza di queste incursioni anche il sistema insediativo cominciò a variare.
Uno dei fenomeni più rilevanti della diversa articolazione delle forme insediative, in risposta alla precaria situazione politica che si era venuta a creare, è la nascita dei primi villaggi d’altura, che documentano la diffusa esigenza di protezione e difesa da minacce esterne della popolazione locale, senza che si possa attribuire loro una funzione esclusivamente militare o civile.
Il villaggio fortificato costruito a partire dalla fine del IV secolo sulla sommità del Castelvecchio ne è un esempio.
L’altura sorge al centro del territorio compreso tra il corso dei torrenti Pesio e del suo affluente Iosina, in frazione Montefallonio.
Su questa collina, negli anni 1993-1996, la Soprintendenza Archeologica del Piemonte ha condotto alcune campagne di scavo che hanno permesso il rinvenimento di un’ampia campionatura di fibbie di cintura, che si collocano nell’ambito del VI secolo.
Tra queste una in particolare è stata segnalata come prodotto di oreficeria tipico del costume femminile gotico del VI secolo. Si tratta di una grande fibbia di cintura fusa in argento ed ornata con la tecnica di intaglio detta Kerbschnitt (oggi conservata al Museo delle Antichità di Torino).
Il reperto proviene dalla raccolta di superficie, ma mantiene intatto il suo valore di indicatore cronologico a testimonianza di una importate fase di insediamento di età gota, senza voler attribuire all’oggetto un significato etnico assoluto.