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I tetti in paglia

La copertura dei tetti con steli di paglia o canne era pratica comune in val Vermenagna. La materia prima si trovava già direttamente pronta quale prodotto secondario della coltivazione dei cereali per uso alimentare. Gli altri materiali per le coperture richiedevano maggiori tecnologie e inoltre aveva il vantaggio della leggerezza della copertura e conseguentemente di tutta la struttura per sorreggerla. Le murature degli edifici con coperture in paglia erano prevalentemente in pietra a secco. Altri fabbricati, ad esclusivo uso rurale, erano costruiti completamente in legno. L'orditura tipica di un tetto in paglia della valle Vermenagna è composta interamente da legname. I pezzi di maggiori dimensioni, che formano la struttura portante del tetto, sono le travi principali e secondarie, lènh e cantée. Di minori dimensioni sono le assicelle, late, che costituiscono l'appoggio della paglia. Le travi comprendono i due dormienti, muraiée o rëmée, la trave di colmo, courme, ed eventualmente travi intermedie. A seconda dell'utilizzo del fabbricato, possono mancare uno od entrambi i frontespizi in muratura. In questo caso le travi poggiano sui puntoni, bras, di una o due capriate, cavalhà, che sostituiscono i frontespizi. In valle Vermenagna le capriate usate nei tetti di paglia sono generalmente di tipo arcaico, collegate alla sommità da un incastro ed un perno di legno, cavìa, ed alla base da una trave con funzione di catena, mare 't cavalhà.

Per ripulire i culmi dall’erba si fa passare il mannello tra i rebbi, bue, di un rastrello posto a terra. Dopo alcuni giorni di essiccazione, i mannelli vengono portati in azienda per la trebbiatura. Un tempo questa veniva fatta con i correggiati, cavalie. Il sito era nell'aia o sotto un portico appositamente costruito con il soppalco, trebià. Il terreno, in terra battuta, veniva prima ripulito quindi cosparso con sterco fresco di vacca diluito in acqua, che una volta seccato creava una crosta dura. Nel secondo dopoguerra, in montagna, si è passati all'utilizzo di trebbiatrici a motore. Più mannelli sgranati, riuniti e legati assieme formano un covone, couas, del peso di circa 5 kg. La preparazione dei covoni per la copertura di un tetto richiede spesso più anni. Servono quindi pertiche, vrime, di nocciolo o castagno, per poterle infilare nella cimosa di testata del tetto; barre, bare, in castagno; filo di ferro zincato, filfrèt. Un tempo la legatura avveniva utilizzando alcuni culmi che venivano torti tra loro ottenendo una specie di cordicella, alianh.

GRAFIA o LINGUA

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