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Il Sette e Ottocento

Con il dominio francese la situazione si aggrava per la presenza sul territorio delle truppe rivoluzionarie, che compiono scorrerie danneggiando case ed edifici religiosi e razziando le poche risorse disponibili. Nel 1755 Carlo Emanuele III diede impulso alla realizzazione di un nuovo edificio termale, soprannominato "il Baraccone". Il santuario della Madonna del Colletto durante l’epoca della prima repubblica francese fu, con molta probabilità, una delle roccaforti della “Massa Cristiana”, come ricorda una tela dipinta con lo scempio avvenuto in una scorribanda dei Giacobini. Tra il 1830 ed il 1833 fu costruita la strada che collega le terme a Sant'Anna di Valdieri. Nel 1857 Vittorio Emanuele II fece posare la prima pietra di un hotel che è oggi l'Hotel Royal Centro Benessere di Terme di Valdieri. In questi anni il paese è colpito da esondazioni del rio Colletto, che causano danni e perdite umane. Nel 1857 l’alta Valle Gesso diviene Riserva Reale di caccia di Vittorio Emanuele II e meta della villeggiatura estiva dei Savoia, e questo dà nuova linfa all’economia locale, con la costruzione a Sant’Anna della Casa del Re, di quella della principessa Giovanna, di alloggi per il personale, cappella, cinema, forno, ghiacciaia. Un ponte levatoio consentiva ai reali di superare il corso del torrente, e nei boschi vennero realizzate strade lastricate per consentire il passaggio del re cacciatore a cavallo. Alle Terme vengono realizzate la casa della Bella Rosin e la casa di caccia al Valasco, architettonicamente pregevoli. Nel Settecento sorge l’attuale Parrocchiale di San Martino, realizzata su una chiesa più antica, con linee architettoniche neoclassiche semplici ed interni ingentiliti sia da affreschi che dal locale marmo “cipollino”, con un notevole bassorilievo in marmo dei fratelli Collino raffigurante la Pietà. Sarebbero della fine del Settecento Casa Lovera in piazza Vittorio Emanuele I, appartenuta ad una nobile famiglia locale, dalle vivaci pitture in facciata, tra cui un frate inginocchiato che prega l'Immacolata, e Casa Ferrero in via Principe Umberto, dal bel portale. In frazione Desertetto si ebbe un aumento della popolazione tra Otto e Novecento (seicento abitanti all’inizio del XX secolo), grazie alle sue cave di marmo.


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