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Il novecento

Gli inizi del XX. secolo sono un momento difficile per Entracque. Dopo il primo conflitto mondiale la popolazione ad Entracque è prevalentemente agricola, pochi artigiani e bottegai, le fabbriche di drappi e panni sono inattive e molti, non trovando lavoro, sono costretti all'emigrazione. La produzione più notevole è quella delle patate, oggi DOP, che si aggira intorno ai 20.000 quintali: il patrimonio zootecnico comprende tra, grossi e piccoli, 2100 capi.

Tra la 1° e la 2° guerra Mondiale si realizzano le fognature, si amplia l'acquedotto con distribuzione di acqua potabile alle numerose fontane pubbliche e poi ai privati, si restaurano i ponti del Pascher e di S. Antonio, si costruiscono l'acquedotto e la scuola di Trinità. Negli anni Trenta viene costruita l'attuale Casa Canonica, che sarà visitata il 15 agosto 1939 dalla Regina Elena di Savoia, ultima presenza della Casa Reale in Valle Gesso. Nella Seconda Guerra Mondiale Entracque è teatro di movimenti italiani e tedeschi, ma soprattutto luogo di passaggio di molti ebrei che cercano scampo e protezione dalla ferocia nazifascista, e si formano anche le prime bande partigiane. Il bilancio è tragico: diversi caduti civili, militari e partigiani sono ricordati sui numerosi cippi disseminati in Valle, e, non ultimi, i 24 cittadini, Alpini della Cuneense, dispersi sul Fronte Russo nel gennaio del 1943. Nel periodo post-bellico, un'ondata di emigrazione, alla ricerca di nuove attività e lavoro, ha portato molti entracquesi nel mondo, dal Sud America all'Australia, dagli Stati Uniti ai diversi Paesi Europei. Negli anni successivi l'ENEL ha iniziato la costruzione delle dighe della Piastra, entrata in funzione nel 1965, e del Chiotas entrata in funzione nel 1980. Gli invasi artificiali formati per la produzione di energia elettrica, sono collegati il primo con una galleria di derivazione di circa 12 Km. alla centrale di Andonno, e l'altro alla centrale "in caverna" ad Entracque. Caratteristica principale di questa seconda centrale è il duplice impianto del Chiotas e delle Rovine, che con un "salto", rispettivamente di 1048 e di 598 metri ha installata una potenza elettrica pari a complessivi 1500 MVA, unica e per il momento la più potente, nel suo genere, in Italia.


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