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Poesie di Peveragno

CACOU ËL FURIOT

Col mio biroccio e la mia mula Checa l’ho portato io Cacou ël Furiot una volta che tornava a Peveragno dalla questua per le cascine di San Lorenzo con due sacchi pieni sulla schiena. “Œh, Checa, fermati un po’ che carichiamo Cacou e lo portiamo a casa con la nostra filovia senza fili”. Mentre venivamo su per la salita e me ne fischiavo una mi volto a guardarlo e lo vedo ancora con un sacco in spalla. Gli dico: “Ma Cacou, cosa tieni ancora a fare il sacco addosso?” E lui: “Oh, Nitou, sei già tanto bravo a portare me e un sacco ben pesante, lascia che almeno l’altro me lo porti io!”
(testo di Tommasino Cavallo tratto dallo spettacolo Mistral della Compagnia del Birùn)


I LUIGINI

Mi vergogno di questa mantellina corta blu miseria. Ha fatto bene Tommasino a non mettersela. San Luigi, lui sì che ha un bel costume, meglio di un paggetto, ma noi Luigini…Questa divisa l’ha regalata a mia mamma la mamma di Tommasino e a lei gliel’aveva regalata la maestra Arbinolo. Ma perché non si vestono loro da Luigini se gli piace tanto? Io per non stare senza cena me la sono messa, lui invece ha saltato cena e ha detto che non entrerà mai nei Luigini se non gli cambiano la divisa. Gli pare un’ingiustizia grossa come una casa che San Luigi se ne stia in Paradiso tutto ben vestito come un principe mentre noi di Daval ci dobbiamo mettere queste orribili cotte bianche legate con una corda e questa mantellina da scemi. La madre di Tommasino gli ha detto che andrà all’inferno, ma lui le ha risposto che non ha paura dell’inferno e che nei Luigini vestiti così non lo cuccheranno mai.
(testo di Tommasino Cavallo tratto dallo spettacolo Mistral della Compagnia del Birùn)

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