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Il Settecento

La Riserva del Bosco di Palanfrè, situata nella Val Grande di Vernante, oggi tutela oltre ad alcuni laghi di origine glaciale un’eccezionale faggeta i cui esemplari più antichi superano i 300 anni. Nel 1700 infatti il bosco fu dichiarato “bandito”, ovvero si vietò il taglio delle piante che riparavano dalle valanghe il piccolo insediamento di Palanfrè. Ancora oggi, per indicare questo fitto bosco, si usa dire “la bandita”. La presenza del faggio, latifoglia più diffusa nel territorio alpino piemontese dopo il castagno, ha favorito la coesistenza, unica in Europa, di tre corvidi: la taccola, il gracchio alpino ed il gracchio corallino. La quota elevata, le condizioni climatiche rigide e la forte pendenza del terreno hanno fatto sì che i faggi di Palanfrè sviluppassero chiome irregolari e fusti tozzi, contorti e segnati da cavità. Tutto ciò, soprattutto nelle nebbiose giornate autunnali, conferisce un aspetto magico al bosco, dimora ideale dei sarvans, divinità occitane dei boschi.


GRAFIA o LINGUA

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